Yoga e apnea: intervista a Federico Mana
Federico Mana è un grande conoscitore del respiro, come ci si può aspettare dal primo italiano che ha raggiunto la quota di 100 metri in assetto costante, diventando uno degli apneisti più profondi al mondo. Ma non ci ha sorpreso scoprire che, oltre che primatista di apnea, Federico Mana è anche un praticante e insegnante di yoga.
Come redazione di Le Vie del Dharma abbiamo avuto il piacere di curare un’intervista a Federico pubblicata sul numero 62 della rivista Scienza e Conoscenza (ottobre 2017), incentrata sui suoi studi sul respiro, e in questa occasione abbiamo colto l’opportunità di rivolgergli anche qualche domanda legata direttamente alla sua esperienza con lo yoga.
Federico Mana terrà due conferenze a Cesena e Rimini e un seminario presso il Centro Le Vie del Dharma dal titolo “Respirazione per gestire lo stress” tra novembre 2017 e febbraio 2018: sarà un’ottima occasione per conoscerlo e per imparare tecniche di respirazione utilissime non solo a chi fa yoga o sport subacquei, ma alla salute di tutti. Nel frattempo vi lasciamo alle sue parole e vi consigliamo di recuperare anche la sua intervista su Scienza e Conoscenza 62.
1. Lo yoga non è uno sport, ma può fare tanto per lo sport. Cosa puoi dirci della tua esperienza di atleta professionista e di praticante di yoga?
Credo che lo yoga possa servire molto agli sportivi, perché è una disciplina che lavora molto profondamente sui vari piani dell’essere umano, da quello fisico a quello mentale. Lo sport negli anni è evoluto molto e gli atleti moderni devono essere non soltanto atleticamente performanti, ma devono saper gestire in modo efficace e prolungato sia l’attenzione che l’emotività. L’atleta di alto livello deve essere evoluto su più fronti e a parer mio l’incontro con lo yoga può fare la differenza in questa crescita. Inoltre nello sport agonistico ogni atleta deve fare i conti con il demone degli infortuni ed anche in questo caso lo yoga si dimostra di grande supporto. Sono diversi infatti gli studi che stanno analizzando le dinamiche secondo le quali atleti che praticano costantemente meditazione siano capaci di recuperare dagli infortuni più rapidamente rispetto altri.
Il Respiro, di Federico Mana, Tecniche Nuove
Federico Mana è anche autore di questo manuale molto interessante sulla respirazione: un libro dal piglio scientifico e divulgativo, profondo e accessibile al tempo stesso, ricco di esercizi pratici, molti dei quali provengono dalla tradizione dello yoga. Una lettura che vi consigliamo!
2. Quando hai conosciuto lo yoga e come hai deciso di diventare insegnante?
Mi sono avvicinato allo yoga per puro caso nel 1999, un amico apneista mi consigliò una scuola dove insegnavano Pranayama e andai alla lezione di prova, ma erroneamente partecipai ad una lezione di Hatha Yoga, al termine della quale avevo male a muscoli che non sapevo neppure di possedere. Quella sensazione di ignoto e di non controllo mi folgorò e iniziai a praticare in modo assiduo. Anche la scelta della scuola fu fortunata, arrivai in una scuola fondata da un’insegnante a 360° gradi. La scuola era la sua casa, lo Yoga la sua vocazione, l’insegnamento la sua missione. Lisetta Landoni è colei che mi ha trasmesso l’amore verso la pratica e praticai sotto la sua supervisione fino a quando partii per l’Egitto per inseguire il mio sogno di vivere di mare.
Per quanto riguarda l’insegnamento, non ho mai deciso di diventare insegnante, ma mi sono ritrovato insegnante. Quando ero in Egitto continuavo a praticare in ogni posto dove potessi farlo, a volte in spiaggia al tramonto, altre sul tetto di casa, altre in barca o nel deserto. Questa cosa generò curiosità nella comunità che frequentavo e alcuni iniziarono a praticare con me, quando mi chiesero di insegnare prima di accettare chiesi consiglio ai miei punti di riferimento italiani. La loro risposta fu straordinaria: “Insegna ciò che sai e ciò che sei”.
Da quel giorno ho sempre seguito questo principio ovvero “essere ciò che si insegna”. Questo approccio porta inevitabilmente a praticare in modo assiduo prima di insegnare e quando ci si trova a trasmettere, l’insegnamento è concreto e basato su un sapere intimo e una competenza fine. Per quanto riguarda la creazione degli stage e dei seminari, ho applicato le regole di comunicazione assimilate negli anni in cui facevo il formatore nel mondo dell’optometria. Sono sempre stato appassionato di comunicazione e ho sempre cercato di rendere i miei format semplici e lineari.
3. Quali effetti hanno avuto gli studi e l’attività da insegnante di yoga sul tuo stile di vita, sulla tua esperienza “fuori dal tappetino”?
Credo che uno dei grandi problemi dell’uomo sia proprio questo: “la continua ricerca del dentro e fuori, il dover essere incasellati in giusto o sbagliato, lavoro o vita privata, ecc.”.
Non credo sia lo yoga o l’apnea o qualsiasi altra cosa a cambiare la vita di una persona. Non credo vi sia una strada giusta, una disciplina giusta, ma sono fermamente convinto che vi sia l’uomo che può vivere secondo i propri principi ed è quello il momento in cui accade ciò che è giusto!
Il concetto di “Felicità” è complesso, nel mio percorso sono arrivato a riconoscerla in questa definizione : ”La felicità è la capacita di comprendere la propria Natura, ed avere il coraggio di assecondarla.”
Troppo spesso ci lasciamo dire cosa e come dobbiamo essere, cosa ci deve piacere, di cosa dobbiamo avere timore e ci dimentichiamo di prenderci il tempo per osservarci, ascoltarci e SENTIRE ciò che realmente siamo. Ci dimentichiamo di essere responsabili e protagonisti della nostra vita.
Ho conosciuto diverse versioni di me stesso, fino ai 19 anni la mia vita ha ruotato esclusivamente intorno al basket, poi nello yoga e nell’apnea mi sono nuovamente riconosciuto (questa rappresenta la versione attuale), ma altri si possono riconoscere nella musica, nella fotografia e in qualsiasi altra forma. Non vi è una forma giusta, ma esiste la propria forma ed è proprio questa la cosa complessa da comprendere.
Ma quando la si comprende e la si asseconda non vi è più un “dentro o un fuori dal tappetino” perché noi diventiamo il nostro centro e lo sfondo che ci circonda evolve nel modo giusto. Quando trovi il tuo centro, accade che il “tappetino” inizia e crescere sempre di più e si espande al punto che non è più possibile “uscire dal tappetino” perché la realtà che ti avvolge non è altro che un estensione di te stesso.
“Respirazione per gestire lo stress”, seminario di Federico Mana a Cesena
Il 10 e 11 febbraio 2018 Federico Mana terrà a Cesena un weekend di formazione, nel quale si approfondiranno in modo preciso e personalizzato le modalità di respiro e le condizioni tensive dei partecipanti. Il programma è articolato in diversi workshop, durante i quali i partecipanti avranno modo di esercitarsi singolarmente e sotto la guida del formatore. Verranno introdotte anche delle esercitazioni in coppia al fine di agevolare il confronto. Gli esercizi proposti seguono una sequenzialità logica, in modo che ognuno possa provare il metodo, interiorizzarlo attraverso la ripetizione e successivamente lavorarci in modo indipendente e autonomo.