Recensione – Autori Vari, Yoga e Psicoterapia
Swami Rama, Rudolph Ballentine e Swami Ajaya, Yoga e Psicoterapia, Edizioni Mediterranee
Si parla spesso di yoga come una filosofia di vita. Ma yoga è, prima di tutto, una psicologia giacché è una disciplina volta a studiare i meccanismi della mente e a ottenere il controllo fisico e mentale per arrivare a stati di coscienza alterati. Lo stesso Yoga Sutra di Patanjali (testo classico dello yoga antico) può essere considerato un trattato di psicologia.
Yoga e Psicoterapia ha attratto la mia attenzione sugli scaffali sia per il titolo, che esprime un ponte tra il pensiero occidentale e quello orientale, sia per essere stato scritto da tre voci autorevoli: il fondatore dell’Himalayan International Institute of Yoga Science and Philosophy, insieme a uno psichiatra e a uno psicologo occidentali. Il manuale indaga la relazione e integrazione tra yoga-terapia e psicologia psicoanalitica come teorie e pratiche complementari, per favorire la crescita e l’evoluzione individuali.
La psicologia yoga è basata sul concetto che ci siano diversi livelli di funzionamento dell’essere (o involucri). Il libro analizza ognuno di questi involucri come cornice per comparare lo yoga a discipline occidentali come il biofeedback, le ricerche sul sonno, la medicina, e la psicoterapia.
Il primo capitolo tratta del corpo fisico e di come lavorando con esso con posture di yoga, la Bioenergetica e il Rolfing si incida sull’aspetto psicologico.
Il Biofeedback, per esempio, è una tecnica per controllare la parte interna del corpo che solitamente viene considerata involontaria. Pazienti sofferenti di indisposizioni fisiche o psicosomatiche trattati sistematicamente con asana yoga, scienza del respiro e tecniche di meditazione hanno riscontrato miglioramenti oggettivi.
Il secondo capitolo esplora l’energia vitale e il respiro, elemento di unione tra mente e corpo, e il suo controllo per raggiungere livelli superiori di coscienza.
Il terzo capitolo parla della mente. Mette a confronto il metodo occidentale, che studia la mente attraverso l’osservazione del comportamento, e il metodo yogico, che la studia attraverso l’esperienza diretta e introspettiva della meditazione. E qui forse risiede la differenza più sostanziale di approccio: mentre la psicologia occidentale si basa sul rafforzamento dell’ego, la psicologia yoga considera l’ego solo un gradino per un’ulteriore evoluzione.
Il quarto capitolo indaga le teorie freudiane e junghiane dell’inconscio, o parti sconosciute della mente.
Il capitolo successivo tratta dello stato che in yoga è chiamato “beatitudine”, quale naturale propensione della coscienza umana. Si ipotizza, a questo punto, la presenza di un quarto stato di coscienza che risulta dall’integrazione degli stati di veglia, sonno con sogni e sonno profondo (senza sogni).
Entro il quinto involucro risiede la pura consapevolezza, che nel capitolo sei viene messo a confronto con lo stato di psicosi. Le due condizioni presentano forti similitudini nell’allontanarsi dalla consapevolezza ordinaria, con una differenza sostanziale: la psicosi non va verso una crescita o evoluzione della coscienza.
L’ultimo capitolo si concentra sui chakra, i sette centri di coscienza, analizzando sia gli effetti energetici durante la meditazione sia gli aspetti psicologici di ciascuno di essi.
Il linguaggio del manuale è chiaro e accessibile anche al lettore digiuno di psicologia e/o di yoga. Uno degli intenti degli autori, infatti, è stato proprio quello di tradurre termini yogici stranieri in un linguaggio comprensibile agli occidentali. A mio parere, Yoga e Psicoterapia è un libro che ogni insegnante occidentale che usi lo yoga come terapia dovrebbe conoscere.
Swami Rama, Rudolph Ballentine e Swami Ajaya, Yoga e Psicoterapia, Edizioni Mediterranee