L’essenza degli Yoga Sutra di B.K.S. Iyengar – Recensione
→ L’essenza degli Yoga Sutra, B.K.S. Iyengar, Edizioni Mediterranee
B.K.S.: chi era costui?
Già, “era”, perché – nonostante sulla copertina a proposito dell’autore si legga “[…] una leggenda vivente, è uno dei più famosi maestri di yoga al mondo” – egli la scorsa estate, il 20 agosto 2014, ha lasciato il corpo alla veneranda età di 95 anni (e ancora praticava due o tre ore di yoga al giorno).
Era il più famoso maestro di yoga al mondo, conosciuto come “Iyengar”, e anche il suo stile di insegnamento è noto col suo nome. Iyengar è il cognome, però, e nella copertina scopriamo finalmente il significato delle tre lettere che sempre lo accompagnano, ma raramente sono “spiegate”, perché sarebbe troppo lungo: B.K.S. sta per Bellur Krishnamachar Sundara.
Bellur è la città in cui era nato nel 1918; Krishnamachar è il nome di suo padre; Sundara è un aggettivo (presente anche in altri nomi indiani) che significa bello, attraente, nobile. Svelato il “mistero” del nome con cui è comunemente noto il maestro Iyengar, sono anche lieta di segnalare e recensire la sua ultima opera accademica.
L’essenza degli Yoga Sutra
Per quanto mi riguarda basterebbe a convincermi del valore dei libro la Premessa del Dalai Lama che lo apre, venendo subito dopo la foto di Iyengar con sua madre – cui il libro è dedicato – e dopo l’Invocazione a Patanjali e al signore Âdiśesa di cui è la manifestazione.
Nella Premessa si legge:
“Tutte le nostre tradizioni religiose e spirituali credono nell’innata bontà degli esseri umani. Le diverse religioni esistono per sviluppare e rafforzare questa qualità. Dato che per loro natura gli esseri umani possiedono disposizioni mentali e interessi differenti, è inevitabile che le tradizioni religiose evidenzino filosofie e modalità di pratica diverse. Tale diversità è in realtà una fonte di arricchimento. […] È fonte di ispirazione per tutti vedere la sua [di Iyengar, NdR] energia all’età di 93 anni nonché il suo rapporto con gli allievi. Questo libro presenta la tradizione dello Yoga così come fu insegnato dal grande maestro indiano Patañjali, interpretato per la nostra epoca da un grande maestro contemporaneo”.
Questo scriveva il Dalai Lama nel 2011 e mi sento di sottoscrivere in pieno le ultime parole, che cioè una fondamentale opera della tradizione yoga sia commentata da un maestro contemporaneo.
Finora infatti ci si riferiva ai commentari di Vyasa (cui è dedicata l’Invocazione di p. 8) quando si affrontavano i famosi e fondamentali Yoga Sûtra, croce e delizia di ogni insegnante e di ogni allievo che intenda approfondire la conoscenza dell’antica disciplina.
Scritti sotto forma di aforismi, gli Yoga Sûtra sono difficili da interpretare senza l’ausilio di un commento.
Ecco quindi che negli anni sono fioriti molti commentari e persino “commentari sui commentari”. Questo è l’ennesimo commento agli Yoga Sutra – direte voi – ma mi sento di dire che è diverso, è fresco, è nuovo. È un libro per studiosi, filologi e filosofi, ma anche per quegli allievi e allieve che, prima o poi, comprendano che studiare l’opera di Patanjali è fondamentale per capire lo yoga:
“Così come il cuore fisico è il centro della nostra vita, gli Yoga Sûtra sono il centro da cui risalire a hŗd – il cuore spirituale, il seme della coscienza o la sede dell’anima – per riuscire così a stabilirsi nella propria anima. Offro questo nuovo assetto dei sûtra poiché oggi migliaia e migliaia di persone praticano seriamente lo yoga e cercano di addentrarsi sempre più profondamente nei suoi aspetti sottili. Sono sicuro che questa esposizione offrirà un percorso ai nuovi e inesperti praticanti e li guiderà verso ulteriori intuizioni”
(p. 29, nel Prologo, scritto da Iyengar nel 2012).
Quattro, quattro e quattro
Lo Yoga Sûtra di Patanjali è un antico, fondamentale trattato suddiviso in quattro capitoli, ciascuno dei quali – secondo Iyengar – “rappresenta, rispettivamente, i quattro âśrama e le quattro finalità della vita” (p. 35).
L’autore qui ci suggerisce altri parallelismi, sempre sulla scia del numero quattro, piuttosto interessanti: 4 tipi di azione, 4 tipi di conoscenza, 4 stati di relazione con Dio, 4 princìpi direttivi. Tali classificazioni sono riassunte in uno schema che troviamo a p. 36 del libro, e ne sono una caratteristica esclusiva.
Nel libro troviamo anche, ad alleggerire la lettura, utili elenchi e schemi semplificatori. È il caso dei molti ruoli svolti dalla mente – manas – ciascuno col suo nome sanscrito: oltre 30 modalità che il praticante può analizzare per progredire: mente confusa, mente distratta, mente pacifica, mente che trattiene, mente etica eccetera (p. 75).
Glossario e Appendici preziose
Naturalmente c’è un Glossario dei termini sanscriti, molto utile e completo: difatti è composto di 28 pagine!
Ma un’altra cosa impreziosisce il volume: da p. 209 troviamo l’Appendice I e l’Appendice II.
Nella prima appendice ci sono tutti gli Yoga Sûtra scritti in sanscrito, in due versioni: una con le parole come si pronunciano in sanscrito e l’altra con le parole suddivise per facilitarne la comprensione e la pronuncia. Dobbiamo pensare che i testi sacri dell’induismo venivano trasmessi oralmente (oppure recitati, o cantati) da maestro a discepolo e che quindi la pronuncia era molto importante. Anche oggi è importante pronunciare esattamente i termini sanscriti. Grazie davvero all’Autore per questo contributo.
Nell’Appendice II troviamo un altro utile strumento: i sûtra in ordine alfabetico (con l’indicazione del versetto e del numero). È molto frequente trovare i sûtra citati in altri libri di yoga; grazie a questo ordine alfabetico possiamo rintracciarli velocemente, qui o in qualsiasi altro libro/commentario, con la loro spiegazione e, in questo caso, con il commento di Iyengar.
Un commento come questo:
“La bellezza dello yoga consiste nel suo essere destinato all’evoluzione di tutta la specie umana.
Lo yoga è sarva bhauma, universale. […] mette in luce le debolezze istintive di un uomo o di una donna e offre gli strumenti per superare […] i difetti intellettuali, emozionali e istintivi […] e riacquistare l’originaria condizione di felicità, […]
Gli antichi saggi scoprirono dei metodi che permettevano di sviluppare una mente equilibrata associando e unendo il corpo alla mente e la mente al sé mediante l’esecuzione del retto dovere (dharma) e dello yoga”, (pp. 39-40)
→ L’essenza degli Yoga Sutra, B.K.S. Iyengar, Edizioni Mediterranee