Cos’è l’Ashtanga Yoga?
Ashtanga è un termine che abbiamo già incontrato più volte nei nostri articoli, in particolare scrivendo di Patanjali e dei suoi Yoga Sutra. Dunque, parlando di Ashtanga Yoga ci riferiamo all’antica filosofia yoga oppure a una scuola contemporanea di yoga?
La parola Ashtanga può indicare infatti due cose: il sentiero delle 8 braccia descritto in un antico testo, gli Yoga Sutra di Patanjali, oppure uno stile di Hatha Yoga noto anche come ashtanga vinyasa yoga.
È di quest’ultimo che vogliamo parlarvi in questo articolo.
Gli Yogasutra di Patanjali sono la principale base teorica e spirituale di una lunghissima tradizione di pratiche filosofiche e visioni del mondo che si sintetizzano nella parola yoga. Il testo contiene duecento aforismi, tratta di ascesi, meditazione e del percorso da seguire per ottenere un’autentica conoscenza e padronanza dell’esperienza di sé.
Come suggerisce il nome stesso, l’ashtanga vinyasa yoga deriva dal Vinyasa, uno stile di yoga basato sulla coordinazione di respiro e movimento come collegamento tra le posizioni.
Il maestro che ha codificato e reso popolare l’Ashtanga è Pattabi Jois (1915-2009), formatosi all’Istituto Ashtanga Yoga di Mysore, nell’India meridionale. Qui Pattabi Jois è stato studente di Krishnamacharya, un importante maestro che insegnava una forma di yoga dinamica e vigorosa. Altrettanto dinamico e vigoroso è lo stile ashtanga che Pattabi Jois ne ha tratto.
Nei corsi di ashtanga gli studenti apprendono le asana in un ordine preciso e rigoroso, la pratica in classe e la pratica personale seguono uno schema ben definito.
La sequenza di apertura prevende una serie di 8 o 10 saluti al sole, seguita da asana in piedi e da una delle sei sequenze principali di posture, chiamate “serie primaria”, “serie secondaria” e “serie avanzata”. Di quest’ultima esistono 4 varianti, per un totale di 6 sequenze predeterminate, una differente per ogni giorno della settimana. L’ashtanga incoraggia infatti la pratica quotidiana, anche individuale, prevedendo comunque un giorno di riposo.
La pratica di una sessione di Ashtanga Yoga termina spesso con l’esecuzione di un mantra.
L’esecuzione delle asana avviene in un flusso, le posizioni sono collegate tra loro da movimenti di transizione (vinyasa) e coordinate con il respiro, che riveste grande importanza. La respirazione è nasale, rumorosa, vigorosa e scandisce il movimento, che avviene sempre in corrispondenza di una espirazione o inspirazione.
La pratica personale dell’Ashtanga Yoga è una caratteristica dello stile Mysore, che prende il nome dalla città indiana in cui Pattabi Jois ha svolto per anni il suo insegnamento. È condotta individualmente anziché in una classe, preferibilmente nelle prime ore del mattino. Il maestro segue lo studente correggendone la posizione e assegnando le sequenze, che lo studente non può variare di sua iniziativa.
L’Ashtanga Yoga è uno stile molto rigoroso e impegnativo dal punto di vista fisico, adatto alle persone allenate e in buona salute, meno indicato per chi abbia problemi di salute e per i più anziani.
Le asana incluse nelle sei serie dell’Ashtanga sono talvolta molto complesse e per avanzare dalla serie primaria alle successive possono occorrere anni di pratica.
Tuttavia deve essere ben chiaro che lo scopo dello studente non è padroneggiare le asana più difficili, ma mantenere la concentrazione sulla propria interiorità durante la pratica.
In Introduzione all’Ashtanga Yoga Giuliano Vecchié, sulla base della sua esperienza decennale, ha volutamente evitato di trattare puramente di tecnica, sulla quale già sono presenti dei testi di valore, per concentrare l’attenzione sul mondo dell’Ashtanga, sul lignaggio dei suoi grandi maestri e su tutti coloro che hanno contribuito al successo mondiale di questo grande stile di Yoga classico.
Set 8, 2017 @ 8:23 am
nel” Ashtanga vinyasa yoga” esiste la pratica del pranayama?